Dio,
dopo averlo creato, aveva collocato Adamo nel paradiso terrestre, esattamente
nel giardino di Eden, a oriente. Il giardino era rigoglioso, pieno di alberi
che davano frutti gustosi. Un posto incantevole dove Adamo avrebbe dimorato
eternamente. La storia potrebbe dunque finire qui. Ma Dio era pieno di risorse
e tra gli alberi ne pose due in particolare: l’albero della vita e l’albero
della conoscenza del bene e del male [1]. Poi calò in quel luogo incantato un
divieto. Dio non spiegò, semplicemente vietò. Rivolto ad Adamo disse : “ Tu
potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della
conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne
mangiassi, certamente moriresti”[2]. Fino a quel momento l’unico interlocutore
umano di Dio è Adamo. Eva è assente. Verrà creata successivamente, come tutti
ben sanno, dalla “plasmazione” di una delle costole di Adamo.
Quando
la donna fece il suo ingresso in Eden probabilmente non fu informata con
dovizia sul divieto divino. Infatti alla domanda del serpente, che secondo le
varie interpretazioni cela la figura di Satana, che le chiede se Dio avesse
vietato di mangiare i frutti di tutti gli alberi dell’Eden, essa risponde: “
Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto
dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non ne dovete mangiare
e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”[3]. Se si fossero poi mangiati i
frutti dell’albero della vita si sarebbe raggiunta l’immortalità, ma non la
conoscenza[4]. Insomma la situazione appare un po’ ingarbugliata, tanto che il
serpente intorbidisce ancor più le acque dicendo alla donna: “No, non morirete
affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno
e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male”[5].
Dunque:
Dio vieta ad Adamo di mangiare i frutti
dell’albero della conoscenza del bene e del male, ma non quelli dell’albero
della vita.[6]
L’albero della vita è posto da Dio al
centro dell’Eden.
Eva sa che non deve mangiare i frutti
dell’albero posto al centro del giardino, e non quelli della conoscenza del
bene e del male.
Il serpente si riferisce all’albero
centrale come se fosse quello della conoscenza del bene e del male.
Insomma,
non è il massimo della chiarezza!
Orbene,
cosa fa Eva, dopo essere stata sollecitata dal serpente? Assaggia candidamente
i frutti dell’albero. Li assaggia e li fa assaggiare ad Adamo, il quale lo fa
senza indugio.
Ora
è utile porsi alcune domande: perché Eva non avrebbe dovuto assaggiare i frutti
e Adamo avrebbe dovuto mostrarsi riottoso? Eva e Adamo non erano forse creature
pure? Perché mai Eva avrebbe dovuto pensare che dietro alle parole del serpente
ci fosse l’inganno, categoria estranea al pensiero di un essere che non
conosceva ancora cosa fosse il bene e cosa il male? E la stessa cosa si dica
per Adamo. Perché avrebbe dovuto rifiutare l’offerta di Eva?
Ed
ecco, Dio si accorge che il suo divieto è stato infranto. E si arrabbia. “E’
questo il modo di usare il libero arbitrio di cui vi ho fatto dono?”. Lo
sentite? Già, il libero arbitrio. Adamo ed Eva potevano decidere le loro azioni
liberamente. Potevano agire come avrebbero agito due pargoletti che richiamati
dal prodigioso luccichio dei tizzoni ardenti messi nel bel mezzo della loro
stanza dal proprio padre li avrebbero senz’altro toccati, incuranti del
pericolo. La purezza dei cuccioli d’uomo non è tale perché essi ignorano i mali
dell’esistenza? E Adamo ed Eva non furono forse l’ ”infanzia” del genere umano?
Ma
Dio non li comprese. Anzi, li punì severamente. E nel punire loro punì tutte le
donne e gli uomini a venire. Punì le donne dicendo ad Eva:” Moltiplicherò i
tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito
sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà”[7]. Punì gli uomini dicendo ad Adamo:
“…maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti
i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l’erba
campestre. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla
terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere
tornerai!”[8].
Avrebbero
avuto bisogno di un padre, Adamo ed Eva…ne avrebbero avuto proprio bisogno.
[1]
Nella versione C.E.I. della Bibbia è scritto: “Il Signore Dio fece germogliare
dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui
l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e
del male.”. Nella Nuova Riveduta è scritto: “Dio il SIGNORE fece spuntare dal
suolo ogni sorta d'alberi piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi, tra i quali
l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e
del male.”, mentre nella Nuova Diodati
è scritto: “E l'Eterno DIO fece spuntare dal suolo ogni sorta di alberi
piacevoli a vedersi e i cui frutti erano buoni da mangiare; in mezzo al
giardino vi erano anche l'albero della vita e l'albero della conoscenza del
bene e del male.” Come si può notare la differenza fra le versioni C.E.I /Nuova
Riveduta e la Nuova Diodati non è di poco conto. Nelle prime si intende che
solo l’albero della vita era posto al centro del giardino, mentre nella Nuova
Diodati gli alberi della vita e della conoscenza del bene e del male sono
entrambi posti al centro del giardino. Considerata la risposta che Eva dà al
serpente, sembrano più consone le versioni C.E.I. e Nuova Riveduta.
[2]
Versione C.E.I. - Genesi 2, 16
[3]
Versione C.E.I. - Genesi 3, 2
[4]
vedi nota 9, Versione C.E.I., 6a coedizione1982, Roma
[5]
Versione Nuova Riveduta - Genesi 3, 4
[6]
Da Versione Nuova Riveduta - Genesi 2, 16,17 ”Dio il SIGNORE ordinò all'uomo:
“Mangia pure da ogni albero del giardino, ma dell'albero della conoscenza del
bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai,
certamente morirai ”.”
[7]
Versione C.E.I. – Genesi 3, 16
[8]
Versione C.E.I. – Genesi 3, 17
24.07.2012
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